venerdì 7 maggio 2010

Cultura e società - Globetrotters VS Locals

Eccoci qua...scusste, è oltre una settimana che non posto niente, ma il blog non è abbandonato tutt'altro...è solo che mi mancano sempre quei 40 minuti che sono il tempo necessario per raccogliere le idee e postare qualcosa che valga la pena leggere...

Ora, questo è un argomento particolarmente interessante almeno per me. Vorrei fare una riflessione sulla mobilità internazionale, in generale e degli italiani in particolare.

TUtto nasce da una interessante conversazione con Jeff (che peraltro ho scoperto oggi avere un blog davvero interessante (http://amadwhirlingcarnival.blogspot.com - scritto anche bene devo dire, con tante parole inglesi mica tanto comuni) il mio compagno di MBA di Seattle...si parlava (unica volta: di solito parliamo solo di donne e sborniacce, ma erano le tre del pomeriggio, quindi forse la sobrietà aiutava) di prospettive di lavoro.

Ormai più o meno tutti sanno (visto che di McK Italy siamo in 6) che l'MBA ce lo paga mamma McK e che molto probabilmente torneremo tutti tra le sue amorevoli braccia (aiuto). Siccome il brand è grosso (e, onestamente, non me ne ero reso mai conto come adesso, dove appena dico dove lavoravo la gente si spaventa - e non scherzo -) Jeff mi ha chiesto quanto guadagnavo e quanto guadagnerò al ritorno...

ebbene dopo avergli detto la cifra (che per me è di tutto rispetto) prima è sbiancato, poi ha riso e poi ha detto: " ma così poco? questo è il salario minimo che voglio dopo un MBA, cazzo" e io ho risposto " beh sai il livello degli stipendi in Italia è basso..." "E allora? che aspetti a trasferirti? Sono convinto che negli Stati uniti puoi farti pagare almeno il 50% in più. L'inglese lo sai, che problema c'è?"

Ci sono rimasto un pò come un coglione. E non è la prima volta visto che anche un'altra mia compagna, sempre americana, mi aveva detto la stessa identica cosa...

Accantoniamo il discorso soldi, sempre discutibile. Pensiamo al punto di vista di queste persone (e non sono solo gli Americans, che io ovviamente, amo alla follia tutti): persone che ragionano così sono Natural Globetrotters. Per loro è normale spostarsi e non hanno alcun tipo di dubbio sul muoversi. Vivono il mondo come un mercato pieno di opportunità e colgono la migliore che trovano. Oppure, scelgono il cammino che massimizzi la loro esposizione alla meravigliosa diversità di questo mondo (un frutto che non manca solo a coloro che non l'hanno mai assaggiato...).

Per loro la geografia non ha impatto. Ha la stessa importanza che comprarsi un paio di scarpe. Londra, New York, Sidney, Johannesburg, Bombay, Shangai, Madrid...per loro non è importante il DOVE. Per loro conta solo l'esperienza e la conoscenza.

Al lato opposto della scala ci sono i Total Locals. Ovvero coloro che non si muoverebbero mai. Ne conosco fin troppi - i senesi sono al 99% Locals, ma così Locals che a volte mi chiedo come ho fatto a nascere a Siena, onestamente. Attenzione, questo non è un giudizio buono/cattivo; anche se le mie preferenze sono chiare (il fatto che scrivo da MADRID la dice lunga...) non è che pensi male di chi è felice di stare dove è nato e/o cresciuto.

I Locals in generale viaggiano solo per andare in vacanza, ma se potessero si porterebbero dietro una pizzeria e una trattoria. NOn si muovono senza macchina del caffè. parlano in italiano anche in Thailandia. E in generale, nelle loro menti, la geografia non si è mai posta come una variabile di scelta. Per i Locals, il cambiamento geografico non è impossibile: è inconcepibile.

TUtto questo per dire cosa? per dire che io, per una volta, non ho le idee molto chiare. Prima della McKinsey, prima di Madrid, e ovviamente comparato con Siena, ero chiaramente percepito e mi percepivo come un Globetrotter: anche Vanessa, mi ricordo, si lamentava sempre di quanto giravo (il che infatti, non aiutò la relazione, ma questa è storia). Ma entrato in un certo giro lavorativo e venuto qui, mi rendo conto che ho girato e visto pochissimo: praticamente il 75% delle persone (e mi tengo BASSO) ha girato più di me, vissuto in più paesi e visitato luoghi che non avrei neanche immaginato.

QUindi...io che cosa sono? Da una parte, ammiro queste persone. Dall'altra, sento un attaccamento all'Italia forte come quello di tutti gli altri mammoni mangiaspaghetti e adoratori della pizza come me. E quindi, la prospettiva di girare ogni pochi anni o trasferirmi negli USA mi spaventa.

Chi mi conosce bene, sa che ho accarezzato l'idea, ma il motivo non era solo voglia di girare. Ma ora il pensiero di partire e trasferirmi la da solo, per quanto adori gli USA, mi disorienta.

QUindi io che cosa sono? Globetrotter o Local? Ancora non l'ho capito - ma sarebbe molto utile chiarirmi le idee.

Perchè solo chi sa cosa vuole lo ottiene. Gli altri sono in balia delle onde del destino.

E tu, che cosa sei? Che cosa VUOI?

10 commenti:

  1. basta soldi.. i soldi hanno rotto il cazzo. Puoi guadagnare quanto vuoi in USA ma tanto la pizza sempre di merda la fanno

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  2. Io credo di essere decisamente Local. Ma lo stimolo di conoscere nuovi posti e provare nuove esperienze ce l'ho.
    Mi sento un po' come "gli altri" della tua ultima frase...

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  3. Btw, ho trovato un posto che fa la pizza veramente buona...e sta a New York...
    cmq il cibo italiano qus se lo sognano!!!!
    :-)

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  4. Frangeshco, i migliori pizzaioli italiani sono tutti all'estero a fare i miliardi (vai da Harrods a Londra per verificare) e a noi la piza la fanno gli egiziani!!

    cmq, quando mi manca il gelato, non avete idea

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  5. Premesso che il tuo post descrive una situazione oggettivamente esistente, io tutto sommato non mi porrei più di tanto il problema... Non bisogna essere necessariamente bianchi o neri... esistono centinaia di gradazioni di grigio!!
    Poi certamente si può leggere diversamente la propria storia a seconda del gruppo con cui la compariamo e a cui, in qualche modo, aspiriamo di far parte. Ma in fondo ciò che conta è cosa desideriamo, quali sono le nostre effettive priorità, indipendentemente da come dovremmo essere per essere come gli altri!!

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  6. Di soldi avevamo già parlato in Germania (a proposito di girellare) e sai come la penso.

    Il problema è che in Italia si sta ancora meglio che in molti altri posti, anche più ricchi. Per adesso... vediamo se Soros e compagnia bella e Silvio e compagnia bella riescono a ribaltare anche questa semplice realtà dei fatti!

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  7. Bisio di italiani che sanno fare la pizza qui in texas ancora non ne trovo. Che si sono fatti i miliardi si però. Anche a siena alla fine chi non sa fare la pizza si fa i miliardi. Però scendi giù e vedrai che la pizza è tutta un'altra cosa, e non la fanno gli egiziani. Concordo con SamSimon

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  8. Concordo con Flyfra... al sud la pizza è un'altra cosa.... E sto scrivendo da Napoli!!

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  9. Eu vabbuon' questo è l'anno bbuono per venire a Sanzivero allora

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