Martedì abbiamo parlato in classe di spagnolo, con alcuni dei miei futuri compagni di corso, ma soprattutto in lingua spagnola, di quello che è un pò il tema del momento nel globo (tranne che in Italia, ovviamente visto la pessima stampa che ci ritroviamo). Lo scontro tra Google e la Cina.
Ora, da occidentali (e non cominciamo con i distinguo: per occidentali intendo tutti coloro che sono nati e cresciuti in una zona del mondo che ha le radici nella filosofia greca, sa un pò di storia dell'impero romano, è a maggioranza cristiana, e ha subito l'influenza dell'illuminismo, quindi praticamente tutti quelli che leggono esclusa Eunyong che è coreana!) la situazione per noi è piuttosto semplice: Google è un'azienda che agisce liberamente in un mercato fortemente censurato e regolato, nonchè molto ostile alle imprese non cinesi e a volte irrispetoso di alcune leggi internazionali sul commercio (il copyright), che ha deciso di smettere di piegarsi alla censura cinese e per questo viene punito come fanno di solito i regimi.
Questo in modo semplicistico...lasciamo perdere poi gli aspetti economici dietro la vicenda.
Martedì invece ho avuto la fortuna di parlare in dettaglio con Warren, mio compagno di MBA, di origine cinese ma con nazionalità svizzera, il quale è tipo piuttosto sveglio (tanto per dirne una parla 4 lingue molto bene: cinese, inglese, francese, tedesco...un paio di queste non sono proprio lingue facilissime) ci ha spiegato il suo punto di vista: secondo lui Google, che cmq ci ha fatto presente essere non il primo ma il secondo motore di ricerca in Cina dopo l'indigeno Baidu, sta ingaggiando questa "battaglia" con il governo cinese per "migliorare" la propria reputazione che, sempre secondo lui, è in calo: Google infatti ha in mano i dati personali di moltissime persone e non si sa come li utilizzi, sta commettendo (rifiutandosi di mettere in pratica le disposizione del governo cinese) una violazione contrattuale con la cina e in generale ha bisogno di pubblicità per mostrarsi di essere un'azienda "buona" e portatrice di democrazia, anche in luoghi dove questa non esiste.
Riassumendo, secondo Warren il problema non è la censura cinese, il problema è che Google è un'azienda che ha accesso a troppe informazioni riservate e le sfrutta in modi poco conosciuti, quindi troppo potente per essere lasciata libera di operare.
Punto di vista lontano dal mio modo di pensare ma che fa riflettere. Personalmente ho orrore di una cosa come la censura di stato, ma d'altro canto rispetto la sovranità degli altri stati. Detto ciò comunque, ho visto troppi esempi in passato di comportamenti antiliberali e protezionisti da parte della Cina (ai non addetti ai lavori basti sapere che un azienda non cinese non può operare in cina se non tramite un'altra azienda che sia posseduta almeno al 51% da un'azienda cinese) volti sempre a fregarsene delle regole internazionali per avvantaggiare i produttori locali, con la scusa di doversi proteggere dalle multinazionali e il risultato di aver rubato dati e copiato tecnologie che poi vengono usate contro quelle stwesse multinazionali che le hanno sviluppate, in una competizione internazionale per sua natura sbilanciata a favore dei cinesi, a causa del costo del lavoro e dalla mancanza di regolamentazioni del paese (ambientali, lavorative ecc), per credere alla buonafede della Cina in politica economica.
Ergo, Google secondo me fa bene a lasciare la Cina per non piegarsi alla censura, anche se lo fa per un calcolo e non per degli ideali, in quanto prima di tutto come provider di informazioni li non può comunque fare il suo lavoro e perchè potrebbe dare l'esempio che non sempre è conveniente piegarsi ai cinesi per il semplice fatto che abbiano un mercato enorme a disposizione.
POints of view on the matter?
sabato 27 marzo 2010
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tio, donde vives ahora, creo que un amigo del master vive cerca de ti
RispondiEliminaEstoy en calle maria de molina 24, però voy a vivir en calle castello 101 pronto (el 5 de abril)
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